Uno degli aspetti che rende il Giappone così diverso rispetto alla nostra cultura e a quella del resto del mondo è la concezione estetica della realtà circostante, il suo approccio nei confronti della natura e del comportamento umano, la ritualità per cui ogni gesto e ogni azione è diretta ad un fine preciso, un obiettivo che non avrebbe un significato se non collegato ad un insieme logico e coerente di norme d’equilibrio e armonia.
Il Cha no yu 茶の湯 ("acqua calda per il tè"), conosciuto in Occidente anche come Cerimonia del tè, è un rito sociale e spirituale, indicato anche come Chadō o Sadō, 茶道, la "Via del tè", ne è un esempio, con i suoi gesti rituali tanto precisi quanto naturali.
E' nella ritualità che si riflette il disegno naturale, la grazia e l’armonia sottese ad ogni azione della natura che nel suo agire porta sempre con sé una logica inconfutabile.
« Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l'acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo; fare tutto prima del tempo; preparare per la pioggia e dare a coloro con cui ti trovi ogni considerazione » Sen no Rikyū
Il Cha no yu è qualcosa che va molto al di là della semplice preparazione di una bevanda. È forse l'espressione più pura dell'estetica zen, tanto che un adagio giapponese dice:
cha zen ichimi 茶禅一味
tè e zen un unico sapore
Uno dei concetti che meglio esprime la visione del mondo e delle cose e la sua categorizzazione, è il mono no aware; una visione estetica dello scorrere del tempo e del suo fluire spontaneo nel corso irreversibile dei processi naturali.
Consiste nella concezione che tutto, dalla vita umana agli elementi naturali alle cose, tutto, è soggetto al suo avanzamento inderogabile e ai suoi effetti visibili, e la constatazione di ciò, porta nell'animo di chi la osserva e ne diviene cosciente una sensazione di malinconia e solitudine struggenti, e allo stesso tempo la presa di coscienza che la vita umana è così effimera e precaria che non ha senso affannarsi per essa.
Si avverte l’influenza del pensiero taoista cinese con la sua accettazione dello scorrere implacabile delle cose al quale non serve opporre resistenza, e allo stesso tempo la consapevolezza buddhista dell’inconsistenza materiale della realtà. Come conseguenza di questo pensiero tutto ciò che è segnato dall'età e dalla vecchiaia acquista nel pensiero giapponese un valore senza pari, la perfezione è tacciata come imperfezione e ciò che rende bello un oggetto è proprio ciò che in occidente lo segnerebbe come imperfetto e privo di valore.
Così in Giappone, ogni vent'anni, una casa viene abbattuta e ricostruita, come nel passato il materiale più utilizzato nell'edilizia era il legno, elemento deperibile per eccellenza, soggetto più di ogni altro allo scorrere del tempo.
Motoori Norinaga |
Mono no aware è“il sentimento delle cose”.
A ideare il concetto è stato lo scrittore Motoori Norinaga 本居 宣長, erudito della scuola detta Kokugaku, durante il periodo Edo (1603-1868).
Emblema della caducità delle cose e del repentino spegnersi degli istanti di pura e commovente bellezza, è connesso allo scorrere impietoso del tempo e dell’impotenza umana nei suoi riguardi.
Molti collegano questo sentimento ai ciliegi in fiore, i sakura: questi alberi raggiungono il massimo splendore nel momento della loro morte. E’ per questo che sono divenuti simbolo della caducità della vita, anche con riferimento a quella non longeva dei samurai.
La ferocia dei samurai in battaglia, quindi, non esclude la nozione di MONO NO AWARE, o “sensibilità delle cose” (concetto nato in epoca Heian), equiparabile al lacrimae rerum (le lacrime delle cose) dei latini.
Il samurai, implacabile nel combattimento, sentiva infatti nel profondo la precarietà delle cose e degli esseri viventi. Provava, quindi, benevolenza verso le cose ed apriva il proprio animo alla bellezza di un fiore, di un animale, di un paesaggio o di una poesia, conscio di quanto la vita umana fosse imparentata con la natura, che passa e sfiorisce.
Mono no aware 物の哀れ, la commozione delle cose, è il sentimento che accompagna la contemplazione nostalgica e piena di compassione della bellezza effimera della natura, del momento che se ne va nel farsi del suo ritmo sacro.
Mono no aware 物の哀れ, la commozione delle cose, è il sentimento che accompagna la contemplazione nostalgica e piena di compassione della bellezza effimera della natura, del momento che se ne va nel farsi del suo ritmo sacro.
Il significato della frase mono no aware è complesso, si riferisce sostanzialmente al "pathos" (aware) delle "cose" (mono).
La forma verbale "aware" può essere tradotta come provare pietà e dolersi.
In giapponese è usato per descrivere la consapevolezza della precarietà delle cose ed il lieve senso di rammarico che comporta il loro trascorrere.
Aware è anche quell'attimo in cui l’uomo si accorge di qualcosa, di una fessura nel tempo e nello spirito, che ci colpisce e poi abbandona.
Aware è anche quell'attimo in cui l’uomo si accorge di qualcosa, di una fessura nel tempo e nello spirito, che ci colpisce e poi abbandona.
E' il "sentimento delle cose", cioè la nostalgia, il rimpianto per il tempo che passa, la comprensione della mutevolezza e della caducità senza sofferenza. Il termine è solitamente legato alla produzione letteraria del periodo Heian 平安時代, un'epoca della storia giapponese compresa tra l'VIII e il XII secolo, anche se è stato elaborato a posteriori dai pensatori del XVIII e XIX secolo. Nella classica antologia di poesia giapponese dell'VIII secolo, il Manyoshu, la sensazione di aware generalmente è attivata dal canto triste di volatili o altri animali.
Il Mono no aware, così unicamente legato alla cultura giapponese, viene successivamente studiato e codificato dal poeta e studioso Motoori Norinaga, vissuto nel periodo Edo (1603-1867), quando la corrente artistica predominante è l’ukiyo-e 浮世絵, altro concetto legato al mono no aware.
Inoltre nel testo viene usato il termine hanami 花見 (la tradizionale festa per la fioritura dei ciliegi) per la prima volta con l’accezione “moderna” di ammirare i sakura, tanto che un intero capitolo è dedicato alla festa per i fiori di ciliegio e descrive il primo hanami della storia.
«Non mi lamento di un destino che condivido con i fiori, con gli insetti, con gli astri.
In un universo dove tutto passa come un sogno, non ci perdoneremmo di durare per sempre.
Non mi addolora che le cose, gli esseri e i cuori siano perituri, dal momento che una parte della loro bellezza è fatta di questa sciagura.
Ciò che mi affligge è che siano unici.
Saranno in fiore altre donne, sorridenti come quelle che ho amato, ma il loro sorriso sarà diverso.
Altri cuori si spezzeranno sotto il peso di un amore insopportabile, ma le loro lacrime non saranno le nostre lacrime. Mani umide di desiderio continueranno a intrecciarsi sotto i mandorli in fiore, ma la stessa pioggia di petali non cade mai due volte sulla felicità umana.»
Principe Genji da ”Novelle orientali”, Marguerite Yourcenar
Norinaga studia le opere del periodo Heian e indica come opera simbolo del Mono no aware, il Genji Monogatari 源氏物語.
Uji - Statua dedicata alla scrittrice Murasaki Shikibu 紫式部 |
Il racconto di Genji, riconosciuto come uno dei più antichi romanzi nella storia dell'umanità, è scritto in giapponese approssimativamente tra il 1000 e il 1008, da Murasaki Shikibu 紫式部, conosciuta anche come Lady Murasaki: scrittrice, poetessa e damigella d'onore della corte imperiale durante il periodo Heian.
Il romanzo è considerato come un testo tipicamente impregnato di mono no aware e narra la vita di Genji, figlio dell'Imperatore del Giappone, conosciuto anche come Hikaru Genji: Genji lo splendente.
«Non mi lamento di un destino che condivido con i fiori, con gli insetti, con gli astri.
In un universo dove tutto passa come un sogno, non ci perdoneremmo di durare per sempre.
Non mi addolora che le cose, gli esseri e i cuori siano perituri, dal momento che una parte della loro bellezza è fatta di questa sciagura.
Marco Mazzoni Art: ''Mono No Aware'' |
Saranno in fiore altre donne, sorridenti come quelle che ho amato, ma il loro sorriso sarà diverso.
Altri cuori si spezzeranno sotto il peso di un amore insopportabile, ma le loro lacrime non saranno le nostre lacrime. Mani umide di desiderio continueranno a intrecciarsi sotto i mandorli in fiore, ma la stessa pioggia di petali non cade mai due volte sulla felicità umana.»
Principe Genji da ”Novelle orientali”, Marguerite Yourcenar
La grandezza della realizzazione di Murasaki Shikibu 紫式部 consiste nella sua capacità di ritrarre nella scrittura personaggi con un profondo senso di mono no aware, in modo tale che il lettore sia in grado di immedesimarsi con loro in questo sentimento.
"Yoshitsune e Benkei guardano i ciliegi in fiore", ukiyo-e di Yoshitoshi Tsukioka. |
Di poco successivo al Genji Monogatari, un'altro testo: Heike Monogatari 平家物語 ( "Il racconto della famiglia Taira"), un heikyoku, romanzo epico giapponese del XIV secolo di un autore anonimo, noto anche come Il Racconto del Clan Heike, inizia con questi versi famosi, che mostrano chiaramente l'impermanenza, come base per il senso di mono no aware:
"Il suono delle campane Shoja Gion echeggia l'impermanenza di tutte le cose, il colore dei fioririvela la verità che ciò che prospera deve declinare. Gli orgogliosi non durano, sono come un sogno di una notte di primavera; i potenti infine cadono, sono come polvere al vento."
E così il mondo è segnato dalla naturale impermanenza delle cose (mujō) un concetto chiave del Buddismo Zen: il continuo mutare della realtà a cui l'uomo deve armoniosamente adattarsi.
Il vivere pienamente ogni istante della vita, l'immersione totale nel Qui e Ora - l'hic et nunc dei latini - porta ad una profonda libertà interiore, completamente svincolata dalla suggestione del passato e del futuro.
Ogni gesto della vita quotidiana, anche quello che può sembrare il più insignificante, assume per il pensiero Zen un'importanza estrema, come manifestazione della vita e strumento per la realizzazione del sè. Per raggiungere l'illuminazione attraverso la consapevolezza del momento presente.
Le arti in Giappone hanno tradizionalmente riflesso questa impermanenza, a volte lamentandosene, ma più spesso celebrandola.
Il vivere pienamente ogni istante della vita, l'immersione totale nel Qui e Ora - l'hic et nunc dei latini - porta ad una profonda libertà interiore, completamente svincolata dalla suggestione del passato e del futuro.
Ogni gesto della vita quotidiana, anche quello che può sembrare il più insignificante, assume per il pensiero Zen un'importanza estrema, come manifestazione della vita e strumento per la realizzazione del sè. Per raggiungere l'illuminazione attraverso la consapevolezza del momento presente.
Le arti in Giappone hanno tradizionalmente riflesso questa impermanenza, a volte lamentandosene, ma più spesso celebrandola.
Ecco una frase del monaco buddhista e scrittore, Yoshida Kenkō 吉田兼好 (1283 circa – 1350), la sua opera più nota il Tsurezuregusa 徒然草 conosciuto come i Saggi sull'ozio (letteralmente il significato è Appunti presi durante le ore d'ozio,1332) brilla di intuizioni estetiche:
"Non importa quanto giovani o forti si possa essere, l'ora della morte arriva prima di quando ci si aspetti. Si tratta di un miracolo straordinario a cui sei sfuggito fino a questo giorno, ma credi di avere anche la piu' breve tregua in cui rilassarti? "
L'esempio più frequentemente citato di mono no aware nel Giappone è l'amore tradizionale per i fiori di ciliegio, come manifestato ancora oggi, dall'enorme folla di persone che escono ogni anno, per ammirare la loro fioritura.
Perché al momento della fioritura, il Sakura, esprime la concezione che i nipponici hanno della vita, il loro stretto rapporto con la natura, l’amore per il bello che non è puro senso estetico, ma comprensione della grandiosità e magnificenza della vita, pur nella sua caducità.
Ovviamente, la fioritura dei ciliegi è presente nella letteratura, nella musica, nella danza, nella pittura, nella religione. Sakura è anche un nome proprio femminile piuttosto diffuso.
Il fiore è testimone del fatto che la vita è un dono meraviglioso, ma anche che dura poco.
Soprattutto la vita del Samurai.
Ovviamente, la fioritura dei ciliegi è presente nella letteratura, nella musica, nella danza, nella pittura, nella religione. Sakura è anche un nome proprio femminile piuttosto diffuso.
Dal punto di vita simbolico, il fiore di ciliegio è proprio del samurai, del guerriero. Come la sua fioritura è un’esplosione di splendore che dura un tempo brevissimo, così è l’esistenza del samurai: intensa, splendente e incerta.
Un temporale improvviso può provocare la caduta dei fiori, un colpo di spada può colpire a morte il samurai, la cui anima s’allontana dal corpo come un petalo nel vento.
Un temporale improvviso può provocare la caduta dei fiori, un colpo di spada può colpire a morte il samurai, la cui anima s’allontana dal corpo come un petalo nel vento.
Il significato del Sakura nella cultura giapponese risale a centinaia di anni fa, rappresenta la fragilità e la bellezza della vita. Serve a ricordare che la vita può essere di una meraviglia quasi eccessiva ma anche tragicamente breve.
Sin dai due secoli antecedenti l'anno Mille, in Giappone viene celebrata una ricorrenza in cui il fiore di ciliegio fa da unico grande protagonista e la sua fioritura tiene con il fiato sospeso il paese.
Si chiama Hanami - da hana = fiori e mi = vedere - la tradizionale festa che celebra il rito dell'osservazione dei fiori di ciliegio, la cui fioritura avviene nel mese di Aprile.
Il Nihon Shoki 日本 书 纪 che narra la storia del Giappone fino al 697 d.C, riporta l'esistenza di questa festa già a partire dal III secolo d.C.
Si chiama Hanami - da hana = fiori e mi = vedere - la tradizionale festa che celebra il rito dell'osservazione dei fiori di ciliegio, la cui fioritura avviene nel mese di Aprile.
Il Nihon Shoki 日本 书 纪 che narra la storia del Giappone fino al 697 d.C, riporta l'esistenza di questa festa già a partire dal III secolo d.C.
L‘Hanami, è così importante in Giappone che le principali agenzie di stampa seguono la fioritura dei ciliegi da Okinawa, nel mese di gennaio, fino allo Hokkaido; di solito raggiunge Kyoto e Tokyo tra la fine di marzo e l'inizio di aprile.
La fioritura, a causa della differenza di temperatura dell’isola, comincia nelle regioni più a sud e sale rapidamente verso nord lungo una linea ideale che viene chiamata Sakura Zensen 桜前線: sakura è il ciliegio in fiore, zensen sta per fronte d'aria che varia a seconda della temperatura.
La fioritura, a causa della differenza di temperatura dell’isola, comincia nelle regioni più a sud e sale rapidamente verso nord lungo una linea ideale che viene chiamata Sakura Zensen 桜前線: sakura è il ciliegio in fiore, zensen sta per fronte d'aria che varia a seconda della temperatura.
Il Giappone ha una grande varietà di sakura: oltre 200 specie.
La varietà più popolare di ciliegi in Giappone è il Somei Yoshino.
I suoi fiori sono di colore bianco quasi puro, con tratti di rosa pallido, soprattutto in prossimità del gambo.
Fioriscono e sfioriscono solitamente in una settimana, prima che le foglie vengano fuori, così che per quel breve periodo gli alberi appaiono quasi totalmente bianchi da cima a fondo.
La varietà più popolare di ciliegi in Giappone è il Somei Yoshino.
I suoi fiori sono di colore bianco quasi puro, con tratti di rosa pallido, soprattutto in prossimità del gambo.
Fioriscono e sfioriscono solitamente in una settimana, prima che le foglie vengano fuori, così che per quel breve periodo gli alberi appaiono quasi totalmente bianchi da cima a fondo.
I sakura, per via della loro fioritura in massa, simboleggiano anche le nubi, oltre ad essere una metafora per la natura effimera della vita, un aspetto della tradizione culturale giapponese spesso associata all'influenza buddhista e che trova espressione proprio nel concetto di mono no aware.
Ecco una breve poesia scritta dal poeta e pittore giapponese Yosa Buson 与謝蕪村 (1715-1783) considerato uno dei grandi maestri dell'haiku 俳句:
Cadono i fiori di ciliegiosugli specchi d’acqua della risaia:stelle, al chiarore di una notte senza luna.
L'Hanami, letteralmente "ammirare i fiori'' e godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi è una ricorrenza secolare che da sempre celebra la rinascita della natura espressa al meglio dai fiori di ciliegio, ma anche una presa di coscienza della loro caducità.
ukiyo-e di Utagawa Hiroshige- ''Hanami'' |
È stato il 52º imperatore del Giappone, Saga 嵯峨天皇 a introdurre e valorizzare questa pratica di origine cinese, organizzando feste e balli sotto gli alberi di ciliegio nel giardino imperiale della capitale Heian (l'odierna Kyōto); e secondo la leggenda, anche il primo imperatore giapponese a bere tè. Allora l’Hanami era riservata solo a nobili, ai samurai che frequentavano la corte e ai poeti che scrivevano versi in lode della bellezza dei delicati petali. Successivamente, l’usanza si estese a tutte le classi sociali.
ukiyo-e di Kunisada ''Sakura nei quartieri del piacere'', 1854 |
Oggi l’intera popolazione giapponese segue con fervido interesse l’avanzamento dello sbocciare dei fiori lungo tutte le regioni. La fioritura dura un paio di giorni, ed è allora che i giapponesi, prendono d'assalto i parchi delle città o quelli più famosi per festeggiare l’evento, come, ad esempio, lo Yoshino-Kumano Kokuritsu Kōen 吉野熊野国立公園 , nella regione montuosa vicino a Osaka. Il Parco Nazionale, fondato nel 1936, comprende il monte Yoshino, celebre per i suoi fiori di ciliegio.
Coincidendo con l’equinozio di primavera, la fioritura del ciliegio rappresenta la rinascita, il rinnovamento, la forza vitale insita in tutte le cose: fiorisce a primavera, tempo di rigenerazione.
Un simbolo di vita, dunque, ma anche del suo naturale opposto: il sakura, appena raggiunge il massimo del suo splendore, si stacca e muore, viene portato via dal vento e con esso si disperde. Fiorisce in breve tempo e altrettanto velocemente lascia l'albero per riconciliarsi al suolo.
Osservare i sakura, i fiori dalla vita più breve e per questo ancora più degni di attenzione, produce nell'animo sensibile e nobile il mono no aware, il sentimento di nostalgia per la caducità delle cose ma anche l’ammirazione della bellezza quando si presenta, breve e gloriosa, davanti ai nostri occhi.
La caduta dei fiori spinge i giapponesi a riflettere ancora una volta sul valore effimero della vita.
Il fiore è testimone del fatto che la vita è un dono meraviglioso, ma anche che dura poco.
Soprattutto la vita del Samurai.
Il guerriero è sempre pronto a morire, a lasciarsi trasportare dal vento.
Il ciclo vitale del sakura è dunque quello delle persone stesse: si nasce, si vive nello splendore e poi si lascia l'albero per morire e riconciliarsi pacificamente con il suolo, ossia il luogo da cui proveniamo. Dunque la tradizione giapponese, altamente simbolica, trova nella fioritura dei ciliegi la sublimazione dell’esperienza della vita, della sua caducità e della sua effimera bellezza.
Ed è' proprio l'evanescenza della loro bellezza che evoca in chi guarda il sentimento malinconico di mono no aware. Ma soprattutto, a differenza della serena malinconia ispirata dal rosseggiare degli aceri in autunno, un alone di mistero e di inquietudine, una vaga attesa di morte sembra accompagnare il loro splendore.
Sakura è un fiore gentile, e l’animo del samurai non è solo educato alla fermezza ma anche alla cortesia, espressione
del mono no aware.
I sakura, e dunque l’Hanami, rappresentano tutto questo: ogni anno si va a guardare lo sboccio di quei fiori così delicati, si va a gioire di quel breve attimo di evanescente bellezza, perché ogni anno è un evento unico e irripetibile, perché se sbocceranno altri fiori, non saranno gli stessi.
''Se mi fosse chiesto di spiegare lo spirito giapponese, direi che è i fiori di ciliegio illuminati dal sole del mattino!”
Motoori Norinaga
Vale la pena, dunque, fermarsi e caricare il cuore di emozioni, vivere il momento consapevoli che non si potrà ripetere.
E poi, dal presente al passato, dalla letteratura all’arte, antichi hanami di qualche secolo fa e il Fujisan富士山 (Monte Fuji), altro simbolo imperituro del Giappone, incornicato nei sakura, nelle opere di alcuni dei più famosi artisti dell’ukiyo-e, tra cui Hiroshige e Hokusai.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
- Onore e spada. Il Giappone dei samurai di Corona Marino, 2013, Res Gestae
- Sotto la foresta dei ciliegi in fiore e altri racconti di Sakaguchi Ango 1993, Curatore Orsi M. T., Editore Marsilio (collana Letteratura universale. Mille gru)
- La mente del samurai. Cinque testi classici sulla spada giapponese di Christopher Hellman
- Letteratura giapponese. I. Dalle origini alle soglie dell'età moderna, a cura di A. Boscaro Einaudi, Torino 2005.
- Haiku come fiori di ciliegio pubblicato da Fusibilia Libri, curatore Rizzo A.
- Hume, Nancy G., ed., 1995, Estetica e Cultura Giapponese, Albany: State University of New York Press.
- Juniper, Andrew, Wabi Sabi: L'arte dell'Impermanenza in Giappone. Tuttle Publishing, 2003.
- Il mondo del principe splendente, di Ivan Morris, 419 pg, Adelphi 1984.
- Kokin waka shû. Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne. Testo giapponese a fronte - Curatore: Ikuko Sagiyama - Editore Ariele (collana Lapislazzuli)
- Michele BAMBLING, “Bellezza e caducità nell’arte giapponese”, cap. Come ciliegi in fiore. Fascino della bellezza e senso dell’effimero nella tradizione artistica del Giappone, a cura di Yanagi Koichi, Roma, Gangemi, 2005, pp. 27 e 28
Tutte le stampe Ukiyo-e provengono dal sito ukiyo-e.org: Museo delle Belle Arti una risorsa incredibile per la ricerca di xilografie giapponesi.
Tutti i riferimenti a Religioni e Culti in Giappone da:
- Shintō: Origini, Rituali, Festival di Littleton, C Scott (2002) - Oxford University Press.
- Storia Illustrata delle Religioni di Bowker, John W (2002) New York
Storia del Giappone da:
- Le arti del Giappone. Una storia illustrata di H.Munsterberg, tokyo, 1958
- Il Giappone e la sua civiltà: profilo storico, di Takeshita Toshiaki, Bologna, Clueb, 1996.
- Storia del Giappone e dei giapponesi di Robert Calvet
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