Spesso, i fiori di ciliegio, i Sakura, sono associati alla neve: come se i fiocchi che volteggiano nell'aria invernale e i fiori spazzati dal vento fossero un'unica immagine di suprema bellezza.
Bakufu Ohno . Uccello su Sakura innevato -1950 |
Questa associazione ha, nella storia della poesia giapponese, una tradizione antica.
Se nè registra la presenza già nel Kokin Wakashū 古今和歌集, Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne, in cui anche il mitate 見立, una tecnica utilizzata in ukiyo-e, favorisce l'incontro di due immagini antitetiche, proprie di due stagioni opposte, come i fiocchi di neve e i sakura:
Yuki no uchi ni
haru wa kinikeri
uguisu no
koreru namida
ima ya tokuramu
Fra la neve che fiocca
ecco, è arrivata la primavera.
Dell'usignolo
le lacrime gelate
Ora si staranno sciogliendo.
(Fujiwara no Takaiko)
(Fujiwara no Takaiko)
D'altronde la tecnica del mitate, è sovrapposizione di due immagini visive, una reale e l'altra immaginaria.
L’associazione sakura-neve porta con sé il riferimento a una terza immagine, quella del guerriero eroico.
Se infatti il fiore di ciliegio è il simbolo della bellezza effimera e della caducità delle cose , la neve è un segno di purezza di intenti, è simbolicamente associata alle imprese pure, eroiche, e al makoto, che le contraddistingue.
Così i “47 rōnin” attuarono la loro vendetta in una notte d'inverno e la spedizione viene sorpresa da una tormenta di neve. In tempi più recenti, la rivolta nazionalista dei giovani ufficiali giapponesi, schierati contro la corruzione della classe politica, il 26 febbraio 1936, fu preceduta da una forte nevicata.
E il fatto che l’esercito di ex samurai di Satsuma contro il governo Meiji, partì sotto un cielo nevoso, fu probabilmente interpretato come una sorta di conferma celeste sull'onestà della loro causa ( La storia della ribellione è raccontata, in modo romanzato, nel film del 2003, L'ultimo samurai, diretto da Edward Zwick).
E il fatto che l’esercito di ex samurai di Satsuma contro il governo Meiji, partì sotto un cielo nevoso, fu probabilmente interpretato come una sorta di conferma celeste sull'onestà della loro causa ( La storia della ribellione è raccontata, in modo romanzato, nel film del 2003, L'ultimo samurai, diretto da Edward Zwick).
C'è un'antica leggenda che racconta come il colore dei sakura in origine fosse di un bianco candido. Solo quando l'imperatore ordinò di far seppellire i samurai caduti in battaglia, sotto gli alberi di ciliegio, i petali divennero rosa, per aver assorbito il sangue dei nobili guerrieri. Così chi, tra i samurai, voleva suicidarsi, era solito farlo proprio sotto gli alberi di ciliegio. Pochi istanti prima di compiere seppuku: passa il vento, cadono i fiori.
Il cerchio si chiude.
I fiori di ciliegio e la neve conducono al bushi, nè esaltano, a teatro e in altre manifestazioni artistiche, le azioni pure e belle, ma di una bellezza effimera.
Così i Sakura e i fiocchi di Neve volteggiano nell'aria e cadono a terra, i petali si disperdono mentre i cristalli si sciolgono, ma entrambi rimandano alla morte del guerriero.
La simbologia del bianco 白 e della neve sembra avere una doppia valenza: purezza e morte. Di grande impatto cromatico il rosso del sangue del Samurai ferito che esplode sul bianco candido della neve.
Nella cultura giapponese, il colore bianco, haku, associato al rosso 明 o al nero 暗 assume significati contrapposti.
Nella combinazione kōhaku 紅白, letteralmente "rosso e bianco", rimanda alla gioia e alla celebrazione, entrambi sono colori di buon auspicio; mentre abbinato al nero
suggerisce lutto e dolore.
Da solo, il bianco è stato a lungo considerato il colore dei kami. E' associato alla lealtà. Esso è contenitore occulto di tutti gli altri colori, unificatore della totalità; nella vita e nell'esperienza umana è usato per sostenere e segnalare diversi passaggi.
Il Bianco è anche legato al 7°chackra, conosciuto anche come chakra della corona o il Loto dai Mille Petali, centro di energia situato in cima al capo e collegamento diretto con lo spirito, viene visualizzato come un filo di luce bianco argenteo che collega l'uomo al divino e lo apre al suo Sé superiore. Bianco è il colore dell'assoluto e di tutto quanto viene considerato indice di trasparenza, miglioramento, pulizia e chiarezza.
Simbolo di purezza, evoca l’innocenza, come il bianco incontaminato e puro del washi 和紙, la preziosa carta con cui sono fatte le fiamme dei gohei 幣: bacchette di legno, decorate con le Shide (fiamme di carta) appese a delle corde, le Shimenawa, in genere usate per contrassegnare i recinti sacri nei rituali Shintō.
E se nei manufatti del periodo Edo, come tessuti e stampe, i fiocchi di neve sono simbolo di purezza e trasformazione, anche sulla scena del Kanadehon Chūshingura, o più brevemente Chūshingura: "Il tesoro dei fedeli", dramma del 1748, scritto prima per il joruri (teatro delle marionette) e poi adattato per il kabuki, che riprende poeticamente l'implacabile vendetta dei 47 rōnin.
Nel Chūshingura al candore delle vesti e al biancore della neve si associano l’idea della morte, della purezza e della trasformazione.
La bivalenza del bianco della neve: purezza e morte, si spiega sempre con l'antica concezione dell'eterno ciclo della vita, dove dopo la morte avviene la rigenerazione, il passaggio a un altro stato.
Kunisada - Serie- La battaglia finale, Kanadehon Chushingura |
La bivalenza del bianco della neve: purezza e morte, si spiega sempre con l'antica concezione dell'eterno ciclo della vita, dove dopo la morte avviene la rigenerazione, il passaggio a un altro stato.
Così nel IX e nell’XI atto è previsto che il palcoscenico sia ricoperto da una stoffa bianca per rievocare il candido manto. Nell’atto finale del dramma durante una copiosa nevicata si realizzala vendetta, e la neve ha il ruolo di purificare il sangue del sacrificio.
Presente nella produzione artistica giapponese come un imprescindibile segno stagionale, la neve ha una parte rilevante nel teatro. L’effetto “neve” nel kabuki, infatti, è volutamente reso in ogni sua sfumatura: dal segno grafico
(i fiocchi di carta che piovono sul palcoscenico) a quello sonoro. Il suono della neve è interessante. In natura la neve cade senza rumore, ma nel teatro è espressa dall’ōdaiko 大太鼓.
Il suono di questo tamburo è prodotto usando “bastoni da neve” piuttosto spessi e corti, che sono ricoperti alle estremità con palle di cotone per dare, contemporaneamente un tocco gentile e un suono basso e morbido. La neve che tutto ricopre è anche simbolo di rinascita, di trasformazione: annuncia la vita che si rinnova sotto il candido mantello che ricopre ogni cosa.
È evidente che, nel caso dell’XI atto del Chūshingura, la neve non è interpretabile solo come un imprescindibile elemento stagionale. Nel Kokin Wakashū c'è un waka particolarmente significativo:
Yuki furite
toshi no kurenuru
toki ni koso
tsuini momijinu
matsu mo miekere.
雪ふりて年の暮れぬる時にこそつゐにもみぢぬ松も見けれ。
Solo alla fine dell’anno
quando la neve stende
la bianca coltre
risalta agli occhi
il verde perenne del pino.
In questo componimento poetico, nato molti secoli prima del Kanadehon Chūshingura, in un contesto storico-culturale assai differente, la contemplazione della neve, yuki-mi 雪見, elemento effimero, esalta per contrasto la perennità di ciò che nasconde: quelle virtù umane come la costanza e la fedeltà cui il pino sembra alludere.
Virtù apprezzate ancora a distanza di tempo e coltivate ancora con tanta cura negli anni del Chūshingura. Virtù proprie dei Samurai e del loro codice di condotta: il Bushidō.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
- Onore e spada. Il Giappone dei samurai di Corona Marino, 2013, Res Gestae
- Sotto la foresta dei ciliegi in fiore e altri racconti di Sakaguchi Ango 1993, Curatore Orsi M. T., Editore Marsilio (collana Letteratura universale. Mille gru)
- La mente del samurai. Cinque testi classici sulla spada giapponese di Christopher Hellman
- Letteratura giapponese. I. Dalle origini alle soglie dell'età moderna, a cura di A. Boscaro Einaudi, Torino 2005.
- Haiku come fiori di ciliegio pubblicato da Fusibilia Libri, curatore Rizzo A.
Alcuni estratti da:
- Il codice segreto dei samurai. Hagakure, introduzione di YAMAMOTO Tsunetomo, Milano, Luni Editrice, p. 19.
- Kokin waka shû. Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne. Testo giapponese a fronte - Curatore: Ikuko Sagiyama - Editore Ariele (collana Lapislazzuli)
- Kanadehon Chūshingura 仮名手本忠臣蔵, edizione critica a cura di Hattori Yukio, Tōkyō, Hakusuisha, 1994, p. 233 e p. 258
- TANAKA Ikkō, KOIKE Kazuko (eds), Japan Color, San Francisco, Chronicle Books, 1982, p. 17
- Michele BAMBLING, “Bellezza e caducità nell’arte giapponese”, cap. Come ciliegi in fiore. Fascino della bellezza e senso dell’effimero nella tradizione artistica del Giappone, a cura di Yanagi Koichi, Roma, Gangemi, 2005, pp. 27 e 28
Tutte le stampe Ukiyo-e provengono dal sito ukiyo-e.org una risorsa incredibile per la ricerca di xilografie giapponesi.
Tutti i riferimenti a Religioni e Culti in Giappone da:
- Shintō: Origini, Rituali, Festival di Littleton, C Scott (2002) - Oxford University Press.
- Storia Illustrata delle Religioni di Bowker, John W (2002) New York
Storia del Giappone da:
- Le arti del Giappone. Una storia illustrata di H.Munsterberg, tokyo, 1958
- Il Giappone e la sua civiltà: profilo storico, di Takeshita Toshiaki, Bologna, Clueb, 1996.
- Storia del Giappone e dei giapponesi di Robert Calvet
TUTTI I TESTI SONO REPERIBILI IN QUALSIASI BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI STUDI LINGUISTICI O BIBLIOTECA CON UNA SEZIONE SULLA STORIA ORIENTALE. ALCUNI TESTI POSSONO ESSERE CONSULTATI IN PARTE, GRATIS, ANCHE ON LINE IN GOOGLE LIBRI.
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