►La Quarta Dimensione
→ Il Kotodama e il Ki dell'uomo
"QUELLO CHE NON TROVI DENTRO DI TE NON LO TROVERAI NEPPURE AL DI FUORI DI TE"
O'Sensei
O'Sensei concepiva l'immensamente grande e l'immensamente piccolo come una stessa essenza. Non esiste differenza tra ciò che esiste nell'immenso universo e quello che troviamo in una cellula umana.In questo grafico c'è la rappresentazione del macrocosmo e del microcosmo:
- Il cerchio grande rappresenta il grande universo, la galassia, il sistema solare, l'uomo, la molecola, l'atomo.
- I cerchi più piccoli rappresentano i piccoli universi dentro il grande universo tra cui l'uomo.
- L'uomo è un universo, dentro di sè ci sono le galassie (cellule e molecole), i sistemi solari (atomi )...
- MU/vacuità e YU/pienezza sono i poli positivi e negativi di ogni cerchio piccolo e grande.
- SU è al centro di ogni cerchio e verso il centro, dei centri più grandi, tendono gli otto raggi che rappresentano tutti i raggi e tutte le direzioni. Nell'esercizio dell' HAPPO GIRI è contenuto questo principio.
Nel pensiero asiatico, generalmente, la sillaba originaria è la A, apertura della bocca che simboleggia l'espansione.
Invece O'Sensei riteneva SU più confacente perché genera la respirazione: Kokyu. Il Kokyu è l'alternanza tra pieno e vuoto, l'uno non esiste senza l'altro e il respiro genera la vita:
- MU la vacuità, espirazione, rappresenta l'"ANIMA"
- YU la pienezza, inspirazione, rappresenta il "CORPO"
(acqua), l'unione tra acqua e fuoco genera l'unione vitale:
KA= FUOCO + MI= ACQUA → KAMI
Formano la parola KAMI ovvero divino, supremo.
- MU la vacuità, espirazione, rappresenta l'"ANIMA"
- YU la pienezza, inspirazione, rappresenta il "CORPO"
(acqua), l'unione tra acqua e fuoco genera l'unione vitale:
KA= FUOCO + MI= ACQUA → KAMI
Formano la parola KAMI ovvero divino, supremo.
→ Il Kotodama e il KI dell'Universo
A livello microcosmico O'Sensei Ueshiba poneva il kotutama
SU al centro di ogni essere. Nella sua concezione il Big Bang è la sillaba nucleare SU, l'inizio dell'universo:
- Il cerchio grande rappresenta l'universo e la nostra esistenza
- Il cerchio piccolo è il Big Bang (SU) che contiene il vapore-energia originaria (KI universale)
'' Non c'erano cielo ne terra, ne universo, solo vuoto spazio. In questa immensa vacuità apparve un unico punto. Da questo punto, vapore, fumo e nebbia si muovevano a spirale entro questa sfera luminosa. E il kotodama SU nacque. Si diffuse circolarmente verso l'alto e il basso, a sinistra e a destra. ebbero inizio la natura ed il respiro, limpidi e incontaminati. Il respiro si sviluppò nella vita e comparve il suono." O'Sensei
Da questi versi si deduce questo schema del Kotodama:
La spirale della diffusione genera:
- MU, che significa "nulla" "non c'è" e rappresenta "IL VUOTO"
- YU che significa "qualcosa" "c'è" e rappresenta "IL PIENO"
Quindi non è difficile intuire che l'esplosione (SU) genera la materia e l'anti materia e quindi il vuoto e il pieno.
Un'antica intuizione molto vicina alla moderna scienza.
Nella vita di tutti i giorni, nella dualità umana, ci si muove sul cerchio esterno, con una netta separazione tra vuoto (MU) e pieno (YU), buono e cattivo, amore e odio, bene e male...
Percorrendo il tragitto all'inverso la spirale si avvicina sempre più al centro (SU) unendo gli opposti. Quando ci troviamo in difficoltà nel trovare una soluzione tra questi opposti (ad esempio tra ciò che è bene fare a ciò non che non è bene fare), bisogna avvicinarsi al centro, ma non direttamente, a spirale, abbandonando i concetti di giusto e sbagliato lentamente e progressivamente, fino ad arrivare al vuoto mentale "La non mente" così, a mente lucida come uno specchio, ci apparirà la soluzione.
L'Aikido si muove al ritmo del Kokyū 呼吸, la risonanza tra espirazione (MU, svuotare) e inspirazione (YU, riempire). E' una manifestazione o estensione del Ki 氣 all’esterno del corpo.
Ki: 気 o anche 氣 (forma più antica)
Nella dinamica dell'Aikido, quando una forza ci attacca, possiamo controllarla con l'inspirazione e disperderla con l'espirazione. Se portiamo direttamente verso il nostro centro una potente forza, annullando completamente la nostra forza in un completo abbandono del corpo, questa potente forza ci destabilizzerebbe e ci devasterebbe.
Ci stiamo unendo a qualcosa di troppo forte per noi.
- Se verso dell'argilla in un secchio d'acqua, senza stemperarla, questa si depositerà direttamente sul fondo, separandosi dall'acqua, quindi dobbiamo intervenire mescolando, ma si formeranno grumi, e il procedimento sarà più lungo. Se vogliamo unirla dobbiamo versarla dosando e stemperando l'argilla e mescolando. E' il movimento (spirale) che unirà i due elementi in modo armonico.
- Se buttiamo un sasso nell'acqua, possiamo mescolare finché vogliamo, il sasso andrà sul fondo. In questo caso l'acqua non può far altro che separarsi. Se mescolando provochiamo un potente vortice, l'acqua alzerà il sasso dal fondo e lo porterà in superficie, ma ci vuole molta energia.
I due paragoni ci fanno intuire che se la forza è controllabile (argilla) possiamo unirci, ma se non è controllabile (sasso), dobbiamo prima farla passare separando, per poi intervenire (potente vortice).
In ambedue i casi useremo il movimento a spirale (mescolare sempre più forte fino al vortice).
Il Kokyū è quindi quel particolare movimento del Ki 氣 che si manifesta esteriormente attraverso il movimento del corpo che segue il movimento del 氣 Ki; ciò vale sia quando si agisce come tori (cioè colui che esegue la tecnica di difesa) sia come uke (cioè il partner d’allenamento che si presta ad attaccare ed a ricevere l'effetto delle tecniche eseguite dal "tori").
Avere un forte Kokyū significa possedere un’elevata capacità di espressione e di controllo dell’estensione all’esterno del proprio 氣 Ki e padroneggiarlo in modo che il corpo irradi sempre il 氣 Ki in modo vigoroso in ogni circostanza: in tale modo si riesce a muoversi e a proiettare l'avversario senza fatica e con estrema naturalezza, sfruttando l'energia interiore e la forza fisica dell'avversario, piuttosto che per effetto dell’impiego della propria forza fisica ed energia interiore.
Ecco un'immagine di O'Sensei che pratica il misogi con il Jo:
Durante questa pratica O'Sensei muove il Jo con spirali verso l'alto, con questa preghiera in movimento
concentra SU nel suo Hara Tandem.
Se vogliamo lavorare in unione diretta dobbiamo allora assorbire la forza negativa con il movimento in JU o YAWARA (cedere), incanalare con il NAGARE nella spirale RYU (fluido), così "diluiamo" la forza di chi ci attacca nella nostra forza e, in questo cedere progressivo a forma di spirale, la portiamo al centro (SU) nel vuoto non vuoto.
Il cerchio SU genera la coesistenza delle due forze, negativa (attacco) e positiva (difesa), che trovano la loro massima esplosività nel centro piccolo del SU se le annulliamo non ci sarà più KI (oltre il SU non c'è materia).
Quando arriviamo dentro al centro piccolo di SU troviamo il fumo, la nebbia e il gas primordiali che sono il KI di tutte le cose, un Ki potente.
Oltre il KI si ritorna al nulla.
Tutto questo lo riscontriamo nella pratica degli URA.
Quando si arriva al centro con tutte le energie concentrate si ha l'esplosione: il verbo-kotodama esplode ed è il Kiai, l'urlo che emaniamo quando si realizza realmente dal centro del nostro essere, spontaneo e terrificante come il ruggito del leone, il kotodama SU.
● LA PUREZZA DELLE VOCALI
Anima e Spirito, i principi di vita, vengono rappresentate dalla purezza delle vocali:
A O U E I
Mentre nella cultura occidentale, si suppone che ogni essere vivente possiede un'anima separata completamente da quella degli altri, e se buona va in paradiso, mentre la cattiva all'inferno. Nel concetto orientale non si parla di paradiso ne di inferno, ma di rinascita.
L'anima non è qualcosa di "personale" ma universale.
L'uomo ha si la sua anima ma non è separata da tutto il resto. I suoi comportamenti, bontà o cattiveria, dipendono dal mondo circostante.
O'Sensei diceva:
"...tutto quello che si trova all'esterno del nostro corpo si trova anche all'interno, e se non lo troviamo all'interno non lo troveremo neppure all'esterno..."
Secondo la visione orientale: tutti gli uomini, e per alcune filosofie anche il più piccolo essere, hanno un'unica anima in comune con tutti gli esseri, l'anima universale, e all'interno di questa grande anima risiedono in affitto le nostre anime. In questo senso va interpretata la frase di O'Sensei "Io sono l'universo" e "l'uomo ha in sé il Divino".
Ad ogni vocale-anima associamo ora una particolare
essenza:
► E' il primo tra tutti i suoni : SPIRITUALIZZAZIONE-INIZIAZIONE-CONCETTUALIZZAZIONE
- Tende verso il CENTRO
- Unione-Associazione TERRA CIELO
- Localizzazione TESTA
- Tende verso il CENTRO associazione ACQUA -ARIA
- Localizzazione TORACE-CUORE
- Risiede nel CENTRO
- Associazione VUOTO-ORIGINE-SPIRITO
- Localizzazione ADDOME
► Quarto suono
- Rappresenta la DIRAMAZIONE
- Favorisce l' ESPANSIONE
► Quinto suono
- Rappresenta la VIBRAZIONE
- Favorisce la PENETRAZIONE-IRRADIAMENTO
A livello microcosmico O'Sensei Ueshiba poneva il kotutama
SU al centro di ogni essere. Nella sua concezione il Big Bang è la sillaba nucleare SU, l'inizio dell'universo:
SU al centro di ogni essere. Nella sua concezione il Big Bang è la sillaba nucleare SU, l'inizio dell'universo:
- Il cerchio grande rappresenta l'universo e la nostra esistenza
- Il cerchio piccolo è il Big Bang (SU) che contiene il vapore-energia originaria (KI universale)
'' Non c'erano cielo ne terra, ne universo, solo vuoto spazio. In questa immensa vacuità apparve un unico punto. Da questo punto, vapore, fumo e nebbia si muovevano a spirale entro questa sfera luminosa. E il kotodama SU nacque. Si diffuse circolarmente verso l'alto e il basso, a sinistra e a destra. ebbero inizio la natura ed il respiro, limpidi e incontaminati. Il respiro si sviluppò nella vita e comparve il suono." O'Sensei
Da questi versi si deduce questo schema del Kotodama:
La spirale della diffusione genera:
Percorrendo il tragitto all'inverso la spirale si avvicina sempre più al centro (SU) unendo gli opposti. Quando ci troviamo in difficoltà nel trovare una soluzione tra questi opposti (ad esempio tra ciò che è bene fare a ciò non che non è bene fare), bisogna avvicinarsi al centro, ma non direttamente, a spirale, abbandonando i concetti di giusto e sbagliato lentamente e progressivamente, fino ad arrivare al vuoto mentale "La non mente" così, a mente lucida come uno specchio, ci apparirà la soluzione.
Il Kokyū è quindi quel particolare movimento del Ki 氣 che si manifesta esteriormente attraverso il movimento del corpo che segue il movimento del 氣 Ki; ciò vale sia quando si agisce come tori (cioè colui che esegue la tecnica di difesa) sia come uke (cioè il partner d’allenamento che si presta ad attaccare ed a ricevere l'effetto delle tecniche eseguite dal "tori").
Se vogliamo lavorare in unione diretta dobbiamo allora assorbire la forza negativa con il movimento in JU o YAWARA (cedere), incanalare con il NAGARE nella spirale RYU (fluido), così "diluiamo" la forza di chi ci attacca nella nostra forza e, in questo cedere progressivo a forma di spirale, la portiamo al centro (SU) nel vuoto non vuoto.
Il cerchio SU genera la coesistenza delle due forze, negativa (attacco) e positiva (difesa), che trovano la loro massima esplosività nel centro piccolo del SU se le annulliamo non ci sarà più KI (oltre il SU non c'è materia).
Quando arriviamo dentro al centro piccolo di SU troviamo il fumo, la nebbia e il gas primordiali che sono il KI di tutte le cose, un Ki potente.
Oltre il KI si ritorna al nulla.
Tutto questo lo riscontriamo nella pratica degli URA.
- MU, che significa "nulla" "non c'è" e rappresenta "IL VUOTO"
- YU che significa "qualcosa" "c'è" e rappresenta "IL PIENO"
Un'antica intuizione molto vicina alla moderna scienza.
Nella vita di tutti i giorni, nella dualità umana, ci si muove sul cerchio esterno, con una netta separazione tra vuoto (MU) e pieno (YU), buono e cattivo, amore e odio, bene e male...Percorrendo il tragitto all'inverso la spirale si avvicina sempre più al centro (SU) unendo gli opposti. Quando ci troviamo in difficoltà nel trovare una soluzione tra questi opposti (ad esempio tra ciò che è bene fare a ciò non che non è bene fare), bisogna avvicinarsi al centro, ma non direttamente, a spirale, abbandonando i concetti di giusto e sbagliato lentamente e progressivamente, fino ad arrivare al vuoto mentale "La non mente" così, a mente lucida come uno specchio, ci apparirà la soluzione.
L'Aikido si muove al ritmo del Kokyū 呼吸, la risonanza tra espirazione (MU, svuotare) e inspirazione (YU, riempire). E' una manifestazione o estensione del Ki 氣 all’esterno del corpo.
Ki: 気 o anche 氣 (forma più antica) |
Nella dinamica dell'Aikido, quando una forza ci attacca, possiamo controllarla con l'inspirazione e disperderla con l'espirazione. Se portiamo direttamente verso il nostro centro una potente forza, annullando completamente la nostra forza in un completo abbandono del corpo, questa potente forza ci destabilizzerebbe e ci devasterebbe.
Ci stiamo unendo a qualcosa di troppo forte per noi.- Se verso dell'argilla in un secchio d'acqua, senza stemperarla, questa si depositerà direttamente sul fondo, separandosi dall'acqua, quindi dobbiamo intervenire mescolando, ma si formeranno grumi, e il procedimento sarà più lungo. Se vogliamo unirla dobbiamo versarla dosando e stemperando l'argilla e mescolando. E' il movimento (spirale) che unirà i due elementi in modo armonico.
- Se buttiamo un sasso nell'acqua, possiamo mescolare finché vogliamo, il sasso andrà sul fondo. In questo caso l'acqua non può far altro che separarsi. Se mescolando provochiamo un potente vortice, l'acqua alzerà il sasso dal fondo e lo porterà in superficie, ma ci vuole molta energia.
I due paragoni ci fanno intuire che se la forza è controllabile (argilla) possiamo unirci, ma se non è controllabile (sasso), dobbiamo prima farla passare separando, per poi intervenire (potente vortice).
In ambedue i casi useremo il movimento a spirale (mescolare sempre più forte fino al vortice).
Il Kokyū è quindi quel particolare movimento del Ki 氣 che si manifesta esteriormente attraverso il movimento del corpo che segue il movimento del 氣 Ki; ciò vale sia quando si agisce come tori (cioè colui che esegue la tecnica di difesa) sia come uke (cioè il partner d’allenamento che si presta ad attaccare ed a ricevere l'effetto delle tecniche eseguite dal "tori").
Avere un forte Kokyū significa possedere un’elevata capacità di espressione e di controllo dell’estensione all’esterno del proprio 氣 Ki e padroneggiarlo in modo che il corpo irradi sempre il 氣 Ki in modo vigoroso in ogni circostanza: in tale modo si riesce a muoversi e a proiettare l'avversario senza fatica e con estrema naturalezza, sfruttando l'energia interiore e la forza fisica dell'avversario, piuttosto che per effetto dell’impiego della propria forza fisica ed energia interiore.
Ecco un'immagine di O'Sensei che pratica il misogi con il Jo:
Durante questa pratica O'Sensei muove il Jo con spirali verso l'alto, con questa preghiera in movimento
concentra SU nel suo Hara Tandem. Se vogliamo lavorare in unione diretta dobbiamo allora assorbire la forza negativa con il movimento in JU o YAWARA (cedere), incanalare con il NAGARE nella spirale RYU (fluido), così "diluiamo" la forza di chi ci attacca nella nostra forza e, in questo cedere progressivo a forma di spirale, la portiamo al centro (SU) nel vuoto non vuoto.
Il cerchio SU genera la coesistenza delle due forze, negativa (attacco) e positiva (difesa), che trovano la loro massima esplosività nel centro piccolo del SU se le annulliamo non ci sarà più KI (oltre il SU non c'è materia).
Quando arriviamo dentro al centro piccolo di SU troviamo il fumo, la nebbia e il gas primordiali che sono il KI di tutte le cose, un Ki potente.
Oltre il KI si ritorna al nulla.
Tutto questo lo riscontriamo nella pratica degli URA.
Quando si arriva al centro con tutte le energie concentrate si ha l'esplosione: il verbo-kotodama esplode ed è il Kiai, l'urlo che emaniamo quando si realizza realmente dal centro del nostro essere, spontaneo e terrificante come il ruggito del leone, il kotodama SU.
Anima e Spirito, i principi di vita, vengono rappresentate dalla purezza delle vocali:
A O U E I
Mentre nella cultura occidentale, si suppone che ogni essere vivente possiede un'anima separata completamente da quella degli altri, e se buona va in paradiso, mentre la cattiva all'inferno. Nel concetto orientale non si parla di paradiso ne di inferno, ma di rinascita.
L'anima non è qualcosa di "personale" ma universale.
L'uomo ha si la sua anima ma non è separata da tutto il resto. I suoi comportamenti, bontà o cattiveria, dipendono dal mondo circostante.
O'Sensei diceva: "...tutto quello che si trova all'esterno del nostro corpo si trova anche all'interno, e se non lo troviamo all'interno non lo troveremo neppure all'esterno..."
Secondo la visione orientale: tutti gli uomini, e per alcune filosofie anche il più piccolo essere, hanno un'unica anima in comune con tutti gli esseri, l'anima universale, e all'interno di questa grande anima risiedono in affitto le nostre anime. In questo senso va interpretata la frase di O'Sensei "Io sono l'universo" e "l'uomo ha in sé il Divino".
Ad ogni vocale-anima associamo ora una particolare
essenza:
► E' il primo tra tutti i suoni : SPIRITUALIZZAZIONE-INIZIAZIONE-CONCETTUALIZZAZIONE
- Tende verso il CENTRO
- Unione-Associazione TERRA CIELO
- Localizzazione TESTA
- Tende verso il CENTRO associazione ACQUA -ARIA
- Localizzazione TORACE-CUORE
- Risiede nel CENTRO
- Associazione VUOTO-ORIGINE-SPIRITO
- Localizzazione ADDOME
► Quarto suono
- Rappresenta la DIRAMAZIONE
- Favorisce l' ESPANSIONE
► Quinto suono
- Rappresenta la VIBRAZIONE
- Favorisce la PENETRAZIONE-IRRADIAMENTO
- SU è in alto verso il cielo e rappresenta la centralità verso l'universo
- U si proietta in basso verso il centro della terra è stabilità-corpo
- SU-U è al centro dell'uomo e rappresenta il nostro Hara tandem, centro delle nostre energie, collegamento tra terra e cielo, dove U e SU si uniscono in perfetta centralità: solidità e stabilità.
- A centro e anima del pensiero e concettualizzazione: mente-tecnica
- O centro e anima dell'emotività e creatività: cuore-spirito
- E espansione del KI dal centro in tutte le direzioni: Kokyu
- I vibrazione e irradiazione del KI penetra dal centro in tutte le direzioni: la luce, Irimi
Per i praticanti di Aikido O'Sensei ha creato personalmente la tecnica Tenchi Nage, dove Ten è cielo e Chi è terra, per rappresentare il collegamento cielo terra.
Con il 3°Suburi di Aikiken si rappresenta anche questo collegamento: dalla posizione di partenza si porta il Ken in alto verticale si inspira colleganto Cielo e Terra (SU-U), poi si abbassa il Ken all'altezza delle anche e stabilizza (U), quindi nasce il fendende in espansione (E) e irradiamento (I) con il Kiai finale EIIII.
Con il 3°Suburi di Aikiken si rappresenta anche questo collegamento: dalla posizione di partenza si porta il Ken in alto verticale si inspira colleganto Cielo e Terra (SU-U), poi si abbassa il Ken all'altezza delle anche e stabilizza (U), quindi nasce il fendende in espansione (E) e irradiamento (I) con il Kiai finale EIIII.
Saito Sensei diceva che questo suburi era molto caro a O'Sensei. Egli, per rappresentare questa unione, usava il Jo con particolari movimenti a spirale. Nessun altro era autorizzato a praticare questi movimenti in sua presenza, per lui ritenuti personali, erano una personale preghiera in movimento.
UNISCI TE STESSO AL CIELO E ALLA TERRA
STAI ESATTAMENTE AL CENTRO CON IL TUO CUORE
AD ACCOGLIERE IL FLUSSO DELL'ECO DELLA MONTAGNA
Non dimentichiamo che il Fondatore parlava di “inori budo”, indicando con questo termine che l’Aikido è come una preghiera in movimento. L’Aikido può essere la porta tra il mondo manifesto e il non manifesto.
L’essere umano ha due modi di vivere: uno esteriore, l’altro interiore. Con l’interiore egli guarda il non manifestato, con l’esteriore vede e approccia il manifestato.
L’essere umano ha due modi di vivere: uno esteriore, l’altro interiore. Con l’interiore egli guarda il non manifestato, con l’esteriore vede e approccia il manifestato.
L’Aikido ci dà gli strumenti per integrare e far vibrare all’unisono questi due modi di vivere.
● L'ANIMA DEL KOTODAMA FORMA L'ALFABETO GIAPPONESE
Le anime pure delle vocali, associate alle dure e corpose consonanti, generano l'antico alfabeto giapponese (la parola e quindi l'uomo), in uso anche oggi nelle scritture Hiragana e Katakana¹. Mentre i Kanji sono stati importati dalla Cina, la scrittura originaria del Giappone si fonda sul Kotodama.i due kana: Hiragana e Katakana - alfabeti sillabici |
Il giapponese è una lingua sillabica: l'elemento fondamentale della parola non è infatti la lettera, ma la sillaba. Il sistema fonologico è costituito da cinque fonemi vocalici (/a i u e o/), dodici consonantici (/k g s z t d n h b p m r/), due semivocaliche (/j w/), più due fonemi speciali (/N/, uvulare sillabica nasale, e /Q/, che indica geminazione consonantica), per un totale di ventuno fonemi. Quelle presenti nelle tabelle sono le “sillabe base” alle quali è possibile aggiungere alcuni simboli che ne variano la pronuncia. In giapponese esistono cinque fonemi vocalici e ventisei fonemi consonantici differenti. Questi ultimi, però, non si presentano mai da soli ma hanno sempre bisogno di una vocale a cui appoggiarsi (l'unica eccezione è /ɴ/, che può apparire isolato).
I moderni alfabeti giapponesi prendono origine dal Kotodama.
NOTA¹
Il sistema di scrittura giapponese si basa su due kana (Hiragana e Katakana), alfabeti sillabici creati — secondo la tradizione — intorno al IX secolo dal monaco buddhista giapponese Kūkai (Kōbō Daishi), e sui kanji (logogrammi di origine cinese), i sinogrammi.
Alcune parole (sostantivi, nomi propri) vengono scritte generalmente in kanji, altre parti del discorso (proposizioni, parole funzionali, verbi ausiliari) solo in kana e altre ancora (aggettivi, verbi) con entrambi i sistemi (la radice della parola viene rappresentata dai caratteri cinesi e la parte flessiva in kana):
L’hiragana e il katakana sono due alfabeti sillabici fonetici. Il katakana è utilizzato comunemente per trascrivere le parole di origine non giapponese, per i nomi scientifici di piante e animali, per la trascrizione dei suoni e per dare enfasi ad alcune parole. L’hiragana è usato per tutto il resto, come la coniugazione dei verbi e i suffissi delle parole. I kanji sono la parte più complessa della scrittura giapponese, derivano dalla Cina e sono diverse migliaia di cui circa 1500 sono quelli di uso più comune. Oltre a questi tre sistemi di scrittura ne esiste un quarto che viene in nostro aiuto, l’alfabeto latino per termini specifici o per acronimi: il rōmaji che letteralmente significa “caratteri romani” in quanto consiste nella trascrizione della lingua giapponese in caratteri latini.
Prima di cominciare la pratica dell'Aikido O'Sensei si appartava e usava la risonanza del Kotodama O (acqua) per prepararsi. Anche se ne parlava spesso del Kotodama, O'Sensei non lo faceva praticare ai suoi allievi, mai è successo e non ci sono testimonianze in questo senso.
Succedeva invece che, quando vedeva un allievo che cercava di imitarlo, se non faceva parte della setta Omoto-Kyo, veniva subito richiamato, proprio perché la considerava una pratica personale. O'Sensei invitava questi allievi a praticare l'Aikido perché scoprissero la loro via attraverso la vera pratica marziale, come aveva fatto lui stesso.
IL KOTODAMA E' NELLA STESSA PRATICA DELL'AIKIDO
Continua a leggere...
FONTI :
- Kototama. Terza Civiltà 1976. Il principio Kototama. Di Nakazono, M. - Kototama Institute, 1983
- Budo - Gli insegnamenti del Fondatore dell'Aikido - Edizioni Mediterranee, con l'introduzione di Kisshomaru Ueshiba, basato sulla Traduzione in Inglese di John Stevens.
- Il codice Ueshiba - Dalla matrice marziale al Takemusu Aikido di Giancarlo Giuriati. E' disponibile la lettura on line pag.1/36 sul sito Il mio libro
Tutti le citazioni di O'Sensei Morihei Ueshiba e il Kotodama o kototama 言霊 sono da:
- I fondamenti spirituali dell'Aikido , p. 55. di Gleason, W.
I riferimenti alla lingua giapponese sono da:
- L'ALFABETO GIAPPONESE - TUTTI I CARATTERI HIRAGANA E KATAKANA di Mandel Gabriele - Editore: Mondadori Electa 05/2007
- Scrittura giapponese di Susanna Marino - Zanichelli
Testi reperibili - per la sola lettura - in qualsiasi Libreria Universitaria
- Kototama. Terza Civiltà 1976. Il principio Kototama. Di Nakazono, M. - Kototama Institute, 1983
- Budo - Gli insegnamenti del Fondatore dell'Aikido - Edizioni Mediterranee, con l'introduzione di Kisshomaru Ueshiba, basato sulla Traduzione in Inglese di John Stevens.
- Il codice Ueshiba - Dalla matrice marziale al Takemusu Aikido di Giancarlo Giuriati. E' disponibile la lettura on line pag.1/36 sul sito Il mio libro
- I fondamenti spirituali dell'Aikido , p. 55. di Gleason, W.
- L'ALFABETO GIAPPONESE - TUTTI I CARATTERI HIRAGANA E KATAKANA di Mandel Gabriele - Editore: Mondadori Electa 05/2007
- Scrittura giapponese di Susanna Marino - Zanichelli
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